Nel 2020 il Garante per la Privacy ha adottato 278 provvedimenti collegiali. Inoltre ha fornito riscontro a circa 9.000 reclami e segnalazioni riguardanti, tra l’altro il marketing e le reti telematiche; i dati on line delle pubbliche amministrazioni; la sanità; la sicurezza informatica; il settore bancario e finanziario; il lavoro. Sono alcuni dei dati contenuti nella Relazione annuale 2020 dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali presentata questa mattina dal presidente Pasquale Stanzione alla Camera dei deputati.
Altri dati riguardano le comunicazioni di notizie di reato all’autorità giudiziaria che sono state 8 e hanno riguardato violazioni in materia di controllo a distanza dei lavoratori; accessi abusivi a sistemi informatici; trattamento illecito dei dati; falsità nelle dichiarazioni. Le sanzioni riscosse sono state pari a 38 milioni di euro.
Nel corso del 2020, le ispezioni effettuate dal Garante sono state 21, considerato l’impatto dell’emergenza da Covid-19. Gli accertamenti svolti nel 2020, anche con il contributo del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza, hanno riguardato diversi settori, sia nell’ambito pubblico che privato: in particolare, la fatturazione elettronica; le grandi banche pubbliche; i software per la gestione del “whistleblowing”; le società di intermediazione immobiliare; il marketing; il food delivery.
Per quanto riguarda l’attività di relazione con il pubblico si è dato riscontro a oltre 15.000 quesiti, che hanno riguardato, in maniera preponderante, gli adempimenti connessi all’applicazione del Regolamento Ue, seguiti dalle questioni legate al telemarketing indesiderato; alle problematiche poste dal web; al rapporto di lavoro pubblico e privato; alla videosorveglianza; alle centrali rischi private; alle informazioni sanitarie; ai dati bancari.