“Anche per effetto della telematizzazione della vita, indotta dalla pandemia, nel 2020 si è registrato un incremento di circa il 132%, rispetto al 2019 dei casi trattati dal Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia e un aumento del 77% dei casi di vittimizzazione dei minori per grooming, cyber bullismo, furto d’identità digitale, sextorsion. Il 68% degli adolescenti risulta essere stato, nel 2020, testimone di casi di cyberbullismo (Terres des Hommes)”. Lo ha affermato questa mattina Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, presentando alla Camera dei deputati la Relazione annuale sull’attività svolta nel 2020.
“Sono dati allarmanti, che non possono non esigere un’assunzione di responsabilità collettiva rispetto a soggetti, quali i minori, le cui vulnerabilità possono renderli le vittime elettive delle distorsioni del web”, ha ammonito Stanzione, che si è soffermato a lungo sui “rischi” del lasciare dati in rete che “non sono soltanto quelli della condivisione virale di frasi o immagini che poi, a distanza di tempo, potremmo voler cancellare e non vedere più associate alla nostra persona”. “Più tracce di noi lasciamo in rete, più ci condanniamo a servitù (solo apparentemente volontarie), esponendoci all’azione di chi voglia colpirci, ad esempio, con il deep nude (tema su cui il Garante ha aperto un’istruttoria nei confronti di Telegram) o con altre forme di contenuti ‘fake’”, ha spiegato il Garante, aggiungendo che “questi rischi sono, per i minori, amplificati dalla loro scarsa consapevolezza delle implicazioni di ogni loro ‘click’, ma anche dall’effetto che ogni lesione dell’immagine o della dignità ha su una personalità più fragile, ancora in formazione”. “La via della consapevolezza è necessaria per non privare i minori, almeno ultra14enni, di una socialità che oggi si esprime anche in questi modi”, ha evidenziato Stanzione, secondo cui ai ragazzi vanno forniti “gli strumenti indispensabili per orientarsi in un contesto che altrimenti è davvero troppo ‘più grande’ di loro. “È indispensabile seguire i ragazzi, in quest’esperienza, con discrezione ma anche con attenzione; educandoli al senso critico e all’autonomia di giudizio rispetto al comportamento da tenere”, l’indicazione del Garante.