“Il diaconato permanente non può costituire una mera supplenza alla mancanza di presbiteri, né ridursi a un ministero marginale, limitato al culto, ma è chiamato ad assumersi una precisa responsabilità circa il ‘servizio’ nella Chiesa, valorizzando la caratteristica di ‘ministero fortemente estroverso’, come segnala l’autore, il quale ritiene che esso sia un compito di ‘frontiera’, chiamato anche a confrontarsi, oggi, oltre che con le diverse dimensioni della carità, anche con i temi dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso”. Lo scrive mons. Andrea Ripa, sottosegretario della Congregazione per il clero, nella presentazione del libro “Diaconi senza frontiere” di Enzo Petrolino. “Cogliendo l’invito espresso da Papa Francesco nella lettera enciclica Fratelli tutti, l’autore, sull’esempio di San Francesco d’Assisi, anch’egli diacono, parla di ‘diaconi senza frontiere’ che rivivano, ‘con il cuore di Dio’ l’esperienza del buon samaritano, per riconoscere in ogni uomo un fratello – continua mons. Ripa -. Forte dell’esperienza pluriennale di presidente della Comunità del Diaconato in Italia, Enzo Petrolino, presentando il frutto del suo studio, offre alla Chiesa italiana, e non solo, l’occasione per una rinnovata riflessione sul tema del diaconato permanente, al fine di valorizzarne lo specifico carisma vocazionale ed ecclesiale, nell’oggi della comunità cristiana”.