“Oggi non possiamo più dire: la mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro. Il virus ha distrutto questa concezione”. Così mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita (Pav), ha risposto alle domande dei giornalisti, durante la conferenza stampa di presentazione del comunicato finale della tavola rotonda internazionale sulle vaccinazioni, che si è svolta ieri per iniziativa della Pontificia Accademia per la Vita, della “World Medical Association” (Wma) e della “German Medical Association” (Gma). “Oggi ogni mio gesto individuale è sempre sociale, nel bene e nel male”, la tesi del vescovo: “Quello dei vaccini non è solo un tema tecnico-scientifico, ma un tema etico, politico, sociale, che comporta una nuova prospettiva antropologica. Continueremo a dibattere sul tema vaccini, e in particolare del nodo relativo alla libertà individuale e alla responsabilità verso la società. La pandemia, infatti, ha fatto emergere questa prospettiva che mette in crisi l’individualismo esasperato, basato sulla libertà assoluta, cioè sciolta da vincoli”. “Nel prossimo congresso – ha annunciato Paglia – terremo conto anche di chi è più critico nei confronti dei vaccini, cercando una possibile soluzione. In tema di vaccini, alla Pontificia Accademia per la vita, non abbiamo mai parlato di obbligo, ma di responsabilità. Sapendo che la responsabilità, stando alle cognizioni scientifiche che abbiamo, è una responsabilità molto seria, perché è in gioco non solo la mia salute ma anche quella altrui”.