Canada: Bellegarde (First Nations), “inviteremo il Papa” a venire nel nostro Paese “perché possa scusarsi con i sopravvissuti e le famiglie”

“Invitare Sua Santità in Canada nella terra e nei luoghi dove c’erano le scuole residenziali” in modo che possa “parlare e scusarsi direttamente con i sopravvissuti e le famiglie. Queste sono le nostre aspettative e la nostra speranza”. Lo ha detto il grande capo dell’Assembly of First Nations, Perry Bellegarde, in conferenza stampa, commentando l’annuncio dato dalla Conferenza episcopale canadese della visita in Vaticano dal 17 al 20 dicembre di una delegazione di popoli nativi del Canada della quale faranno parte First Nations, Métis e Inuit. “L’incontro in Vaticano è stato confermato – ha affermato Bellegarde – e può quindi essere una opportunità per invitare il Papa a tornare in Canada, in qualsiasi momento in futuro. Non ci sono garanzie perché il Papa faccia delle scuse e non è neanche sicuro che il Papa venga in Canada ma noi ci proveremo. Credo che lo Spirito si stia muovendo e farà accadere le cose nel modo giusto. Questo è quello che credo, che spero e per il quale prego”. Il grande capo delle First Nation ricorda che l’invito formale al Papa è parte di una delle 94 “Calls in Action” redatte già nel 2015 dalla Commissione “Verità e Riconciliazione”, per “riparare” ai danni dell’eredità delle “scuole residenziali e far progredire il processo di riconciliazione canadese”. Così si legge infatti al numero 58 titolato “Le scuse della Chiesa e la riconciliazione”: “Chiediamo al Papa di chiedere scusa ai sopravvissuti, alle loro famiglie e comunità per il ruolo che la Chiesa cattolica romana ha avuto negli abusi spirituali, culturali, emotivi, fisici e sessuali sui bambini delle Prime Nazioni, degli Inuit e dei Métis nelle scuole residenziali gestite da cattolici. Chiediamo che le scuse siano simili alle scuse presentate nel 2010 alle vittime di abusi irlandesi e che avvengano entro un anno dalla pubblicazione di questo Rapporto e che siano consegnate dal Papa in Canada”. L’incontro quindi della delegazione dei popoli nativi canadesi in Vaticano – ha insistito Bellegarde – è solo “un primo step” nel corso del quale verrà presentato a Papa Francesco “un invito formale a tornare in Canada per dargli la possibilità di parlare con i sopravvissuti qui”. “Non sappiamo cosa potrà succedere esattamente a Roma, non possiamo sapere quale sarà il messaggio che il Papa ci vorrà dare. Noi lo inviteremo a tornare qui. Sappiamo che ha una mente aperta, che è empatico. Ha già fatto delle dichiarazioni potenti in Irlanda e anche con i popoli indigeni in Bolivia. Abbiamo quindi speranza. Lo Spirito sta muovendo”.

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