Per via dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19, nelle Università italiane è stato “scampato il rischio crollo delle immatricolazioni”. Lo afferma il Censis che oggi diffonde la Classifica delle Università italiane (edizione 2021/2022). “La temuta contrazione delle iscrizioni a causa della pandemia nell’anno accademico 2020-2021 non c’è stata, anche grazie alle misure eccezionali di sostegno del diritto allo studio approvate”, viene spiegato. “Al contrario, la crescita del 4,4% degli immatricolati consolida l’andamento positivo che si ripete ormai da sette anni”, sottolinea il Censis, spiegando che “calcolato sulla popolazione diciannovenne, il tasso di immatricolazione ha raggiunto quota 56,8%”.
Stando ai dati diffusi, nel 2020, a fronte di un tasso di immatricolazione maschile pari a 48,5%, quello femminile è stato del 65,7%. Per le femmine si è registrato un incremento annuo del 5,3% rispetto al +3,3% dei maschi immatricolati. Con il 77,7% di studentesse immatricolate, l’area disciplinare Artistica-Letteraria-Insegnamento è quella con il tasso di femminilizzazione più elevato. All’opposto, nell’area Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics) l’universo femminile è rappresentato da una quota che, pur crescendo di anno in anno, resta ancora minoritaria (il 39,4%).