“Pensiamo alle vacanze: si finisce spesso per sovraccaricarle di attese, come se in quei pochi giorni si dovessero sparare tutte le cartucce a disposizione, finendo spesso per restarne delusi. Esse, tuttavia, ‘non sono soltanto una bellissima pausa, ma sono altresì ed ancor più un incontro dell’uomo con se stesso, con la propria esistenza’ (Paolo VI). Per questo azzardo una proposta diversa: non altre vacanze, ma ‘vacanze altre’. Cioè differenti, alternative”. È quanto suggerisce l’arcivescovo di Benevento, mons. Felice Accrocca, in una lettera ai giovani. “Lo faccio timoroso, quasi in punta di piedi, perché so che il mio è un discorso in controtendenza”, dice il presule, che chiede: “Avete mai provato a trascorrerle in un’esperienza di servizio che alla sera vi lascia così stanchi da non veder l’ora di andare a dormire? Non potreste andare in discoteca fino all’alba, né la cerchereste, ma sareste felici per l’esperienza fatta fino a provarne a lungo nostalgia. Oppure in cammino, con lo zaino sulle spalle, lungo sentieri a volte tortuosi che spingono però a guardarsi dentro per ritrovare le ragioni stesse del vivere? O in semplice compagnia degli amici, in una pausa ristoratrice che alimenta il corpo e lo spirito, nutrita, oltre che dal divertimento semplice, dalla Parola di Dio, che è una Parola sull’uomo e sul suo mistero? Oppure offrendo la vostra collaborazione alle tante realtà impegnate in questi mesi a fornire offerte formative ai più piccoli o in attività organizzate su beni confiscati alla criminalità organizzata?”. Mons. Accrocca si dice “sicuro che ne trarreste gran giovamento, perché lo ‘star bene’ non scaturisce dall’evasione forzata e trasgressiva, ma dal ritrovare se stessi nel riposo e nell’ascolto della voce di Dio che parla al nostro cuore”.
L’arcivescovo conclude: “Perdonatemi se ho osato tanto, ma – come già vi scrissi anni fa – si tratta di parole sgorgate davvero dal cuore di uno che tra i giovani ha vissuto a lungo e ai giovani ha sempre voluto bene”.