“Sono fiducioso che grazie alle incessanti preghiere e un atteggiamento ragionevole e responsabile di tutti i polacchi riusciremo a preservare la vita soprattutto dei più deboli”: lo ha detto, sabato 17 luglio, il presidente dei vescovi polacchi, mons. Stanisław Gądecki, sostenendo i fedeli davanti ad un aumento dei casi di infezione da coronavirus. Il presule ha sottolineato la necessità di compiere degli sforzi “per non dover tornare a delle rigide restrizioni sanitarie” e ha ricordato che “la decisione in merito alla vaccinazione deve essere presa in considerazione del bene comune”. L’8 luglio scorso, il presule ha espresso l’appoggio della Chiesa in Polonia a tutti coloro che decidono di vaccinarsi contro il Covid-19. In seguito a tale invito, presso alcune parrocchie, nel sud della Polonia, sono stati organizzati dei centri di vaccinazione aperti anche la domenica. Dopo la tradizionale liturgia quindi, i fedeli hanno potuto effettuare la vaccinazione che, non essendo obbligatoria, suscita soprattutto negli ultimi mesi molte perplessità nella società civile polacca. “Le parole delle persone autorevoli nel campo sociale, spirituale o sportivo in merito alla necessità di vaccinarsi hanno un grande impatto”, ha dichiarato in quell’occasione il presidente della regione di Małopolska, Łukasz Kmita, ringraziando il pastore della diocesi, mons. Marek Jędraszewski, per aver agevolato le vaccinazioni soprattutto “nelle parrocchie con minor numero di persone immunizzate”.