“Una tappa importante nel cammino della ricostruzione. Un risultato frutto dell’interlocuzione continua con il Commissario Legnini, con i suoi uffici, con la Soprintendenza, con i tecnici che ci ha permesso di mettere a punto il progetto della ricostruzione. La firma delle ordinanze consacra questo percorso e dimostra come la sinergia e il coinvolgimento dei vari enti responsabili sia la via da praticare per ottenere risultati concreti”. Lo ha detto al Sir l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, commentando la firma, oggi, di 11 nuove ordinanze speciali in deroga del commissario straordinario Giovanni Legnini per la ricostruzione dei centri storici e dei borghi più danneggiati dal terremoto del 2016 in Appennino. Le ordinanze, che consentono la realizzazione delle opere pubbliche urgenti e indispensabili per la ricostruzione privata utilizzando deroghe alla normativa per abbreviare i tempi di costruzione, riguardano, tra le varie cose, anche la ricostruzione di Cascia, Preci, Norcia e la sua frazione di Castelluccio (Pg), e anche il ripristino del complesso monumentale di Sant’Eutizio, “di straordinaria importanza storica e artistica e di forte valore simbolico e identitario, molto danneggiato dal sisma”. Riferendosi in particolare a Sant’Eutizio, mons. Boccardo, ha elogiato “la determinazione e la concretezza del Commissario Legnini, essenziali per superare tanti scogli ed evitare così ulteriori lungaggini che avrebbero ritardato ancora di più questo importante e significativo progetto. Bisogna dare atto alla concretezza e alla sapienza del Commissario”. “Conosciamo la bellezza artistica del complesso di Sant’Eutizio – dichiara l’arcivescovo – ma va ricordata anche preziosità storica e religiosa che esso detiene e quale importanza riveste non solo per la popolazione locale, per la sua tradizione e identità ma anche per l’ordine benedettino. Sappiamo, infatti, che san Benedetto si sarebbe ispirato alla presenza della comunità di sant’Eutizio per dare vita alla sua idea di monachesimo. È un luogo che porta con sé un insieme di simboli ancora attuali, spiritualità, cultura, solidarietà e cura reciproca. Messaggi fondamentali costitutivi di una vera ricostruzione che deve badare non solo a rimettere in piedi le pietre e i muri ma anche e soprattutto le persone”.