Celebrata ieri a Gerusalemme la solennità della dedicazione della basilica del Santo Sepolcro. Seguendo la tradizione liturgica della Terra Santa, i frati francescani e un piccolo gruppo di fedeli si è riunito di fronte alla Tomba vuota per partecipare alla messa presieduta dal vicario custodiale, padre Dobromir Jasztal. Nell’omelia, riferisce la Custodia di Terra Santa, il vicario ha sottolineato l’importanza della Resurrezione e della testimonianza: “I testi biblici, parlando della Risurrezione, insistono nel dirci che ci sono stati dei testimoni di quanto è avvenuto”. “Normalmente, il compito di un testimone consiste nell’attestare quanto uno ha visto e niente di più. I testimoni della Risurrezione hanno ricevuto la missione di trasmettere la testimonianza della loro esperienza di aver incontrato Gesù, di essere stati chiamati e soprattutto inviati ad annunciare la Sua Parola e il suo Amore per ogni uomo”, ha aggiunto il vicario custodiale. Prima della conclusione padre Sinisa Srebrenovic, primo sacrestano al Santo Sepolcro e discreto di Terra Santa, ha preso la parola per ringraziare i pochi fedeli presenti e il vicario: “Abbiamo celebrato anche quest’anno con un pensiero particolare alla missione originaria dei frati. Abbiamo pregato nei Luoghi Santi in rappresentanza di tutti coloro che non possono essere fisicamente presenti, nell’attesa che possano tornare”.
La basilica del Santo Sepolcro è un complesso di edifici fatto costruire dall’imperatore Costantino e sua madre Sant’Elena, consacrato nel settembre del 355. Nel corso della storia ha subìto diverse trasformazioni. La basilica attuale, infatti, è una sintesi di quanto rimane degli edifici costantiniani e dell’edificio costruito dai crociati. Essa riunisce, sotto lo stesso tetto, i luoghi del Calvario e la Tomba vuota.