Primo confronto tra le Chiese europee e la presidenza slovena dell’Ue: una delegazione della Commissione degli episcopati dell’Ue (Comece) e della Conferenza delle Chiese europee (Cec) ha incontrato ieri in un appuntamento virtuale, Iztok Jarc, rappresentante permanente della Slovenia presso l’Ue, per uno “scambio sulle priorità della presidenza” per questo semestre, riferisce una nota congiunta oggi. Le Chiese hanno presentato le proprie osservazioni: è importante “promuovere una ripresa incentrata sull’uomo”, rafforzando “la resilienza contro le crisi future, anche attraverso una politica sanitaria dell’Ue più coordinata”; è necessario “lavorare verso un nuovo approccio globale olistico con un forte coinvolgimento della politica commerciale” per garantire “un accesso equo ai vaccini per tutti”; rispetto alle transizioni digitali e verdi, per le Chiese serve un’“attenzione alla dimensione sociale”, sostenendo “le persone bisognose e considerando un approccio multidimensionale alla povertà”: un’attenzione particolare dovrebbe essere riservata anche alle politiche educative e culturali, “al fine di favorire la coesione sociale, la solidarietà e la fraternità in Europa”.
Si è parlato poi della partecipazione delle Chiese alla Conferenza sul futuro dell’Europa e della opportunità di “coinvolgere pienamente i giovani nella Conferenza, consentendo loro di condividere i propri sogni e plasmare l’Europa futura”. Da Comece e Cec l’invito a “proteggere e promuovere il diritto fondamentale alla libertà religiosa” in Europa, “che in alcuni casi è stato messo in discussione durante la pandemia”, ma anche la sollecitazione a “rafforzare il lavoro dell’Ue per una politica migratoria veramente umana”. Nei prossimi mesi le Chiese incontreranno a Lubiana il governo sloveno.