È morto Peter R. de Vries, il giornalista investigativo che era stato colpito alla testa da uno dei cinque proiettili nell’agguato che gli è stato teso il 6 luglio scorso. Dopo giorni di agonia in un ospedale di Amsterdam, si è spento oggi. Due persone sono state arrestate dalla polizia per l’omicidio che, secondo fonti olandesi, sembra ricondurre a un clan criminale guidato da Ridouan Taghi. “La morte di Peter R. de Vries mi tocca profondamente” ha scritto il premier olandese Mark Rutte, che lo descrive come persona “devota al suo lavoro, tenace, senza paura di niente e di nessuno”, che “cercava sempre la verità e difendeva la giustizia”. Per questo, sempre Rutte, “è tanto più drammatico che sia ora diventato vittima di una grande ingiustizia”. Di qui la promessa del premier: “Questo atto codardo non deve restare impunito”. Non solo: “faremo tutto il possibile per combattere il crimine con tutti i mezzi possibili”. Anche il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, ha commentato questa drammatica scomparsa, dichiarandosi “profondamente rattristato per la morte del giornalista olandese”. E ancora: “Ricorderemo il suo coraggio nel far luce sulla criminalità organizzata e sulle parti più oscure delle nostre società. I pensieri del Parlamento europeo sono con i suoi cari”.