Coronavirus Covid-19: Uecoop, “spinge lavoro on line in 8 imprese su 10”

“L’emergenza Covid con le misure anti contagio spinge il lavoro on line in 8 imprese su 10 (79%) con un balzo nell’utilizzo di computer, smartphone e tecnologie digitali sia per lo smart working sia per le attività di chi è rimasto fisicamente negli spazi aziendali, dagli uffici ai magazzini”. È quanto emerge dall’indagine realizzata a livello nazionale dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su come cambia il lavoro nelle imprese con la pandemia e sulle prospettive per il prossimo futuro in occasione dell’incontro on line “Covid, il lavoro 4.0 in Italia” per la nuova piattaforma digitale delle cooperative. “Per più di 1/3 delle realtà interpellate (37%) la rivoluzione digitale spinta dal Covid ha investito le aziende in maniera consistente mentre il 21% delle aziende, in particolare quelle che si occupano di servizi esterni e logistica alle imprese, non ha registrato – rileva Uecoop – un aumento significativo nell’utilizzo dei nuovi attrezzi di lavoro offerti dalla tecnologia 4.0 nelle ore di lavoro”.
“Con le limitazioni a spostamenti e contatti imposti dalla pandemia – continua Uecoop – lo smart working ha riguardato 4 imprese su 10 (41%) con un incidenza molto variabile a seconda del settore considerato, dell’impego di personale esterno con funzioni manuali e della possibilità di delocalizzare fra le mura domestiche dei dipendenti una parte dell’attività”. In questo contesto “1/3 delle aziende (33%) ha applicato lo smart working in meno del 10% dell’attività, il 42% delle realtà che sono arrivate a coprire on line fino alla metà del lavoro mentre per 1 impresa su 4 (25%) lo smart working oscilla dal 50 a più del 90% delle attività quotidiane”.
Uecoop evidenzia che “lo smartphone è fra i dispositivi più diffusi per la nuova gestione del lavoro e viene considerato uno strumento professionale dal 90% delle realtà imprenditoriali, adoperato più di 6 volte su 10 (63%) per contatti via mail o telefonici, viene sfruttato per ricerca e raccolta dati in più di un’occasione su 5 (22%), mentre solo nel 15% dei casi serve per collegamenti telematici per l’utilizzo di attrezzature a distanza, da allarmi a macchinari fino a computer”. La digitalizzazione è indicata dal 44% delle aziende come una delle priorità di investimento delle aziende nei prossimi due anni spiega Uecoop su dati del Politecnico di Milano.
“L’utilizzo in grande stile delle tecnologie informatiche in azienda presenta però anche dei problemi, il principale dei quali viene individuato nell’aggiornamento e nella capacità del personale (33%) seguito – conclude l’indagine di Uecoop – dal costo di attrezzature e programmi (29%), dalla mancanza di una rete a banda larga per il passaggio dei dati (22%) fino al rischio di perdita di dati e di informazione di archivio (16%)”.

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