Commissione europea: deferite alla Corte di Giustizia Ue l’Italia (lotta al terrorismo), Polonia e Ungheria (diritti Lgbt)

(foto SIR/Corte di giustizia Ue)

Al via le procedure di infrazione della Commissione Ue contro l’Ungheria e la Polonia per le discriminazioni delle comunità Lgbtq e la tutela dei diritti fondamentali. Entrambi i Paesi avranno tempo due mesi per rispondere alle motivazioni della Commissione. Se Bruxelles non riceverà una risposta adeguata, potrà optare per l’invio di un parere motivato e, successivamente, deferire la Polonia e l’Ungheria alla Corte di Giustizia europea. Per quanto riguarda la Polonia, l’esecutivo europeo sostiene che “le autorità del Paese non hanno risposto in modo adeguato all’indagine della Commissione sulle risoluzioni riguardanti le zone franche Lgbt, adottate da diverse regioni e città polacche”. I casi rilevati per l’Ungheria riguardano invece, la legge, recentemente approvata, che vieta ai minori di 18 anni di accedere a contenuti che promuovono quella che viene definita come “divergenza dall’identità personale corrispondente al sesso alla nascita, al cambiamento di sesso o all’omosessualità”. Infine, la Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di Giustizia Ue, che ha sede a Lussemburgo, per non aver rispettato le regole sulla cooperazione transfrontaliera nello scambio di informazioni relative alla lotta al terrorismo e alla criminalità. Dopo l’avvio della procedura di infrazione, la costituzione in mora dell’Italia e un parere motivato da parte della Commissione nel 2017, Bruxelles constata che non ci sono stati progressi: “a tutt’oggi l’Italia ancora non permette agli altri Stati Ue di accedere ai propri dati relativi al Dna, alle impronte digitali e all’immatricolazione dei veicoli”.

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