Scuola: Save the Children, “dati Invalsi certificano crescita diseguaglianze. Il 12,3% degli studenti in difficoltà economica abbandona gli studi”

“I dati Invasi certificano il fatto che se la crisi ha colpito complessivamente tutti gli studenti, i bambini e ragazzi che erano già in condizioni di svantaggio hanno subito le conseguenze più gravi. I mesi lontani dalle aule hanno contribuito ad aumentare le diseguaglianze, accrescendo le difficoltà di quei bambini e adolescenti che si sono trovati a seguire la didattica a distanza senza gli strumenti e le condizioni idonee, privi di supporto adeguato, e sono stati lasciati cosi indietro rispetto ai compagni”. Lo afferma Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Qualunque dibattito sulla riapertura o meno delle scuole a settembre, a fronte di questi dati, è inaccettabile e tutti gli sforzi devono essere volti a ridare a tutti gli studenti la possibilità di tornare in classe, altrimenti rischiamo di condannare quelli più vulnerabili a un percorso senza uscita”, aggiunge Milao.
Alle scuole medie – sottolinea Save the Children – il 39% degli studenti che hanno svolto i test, non raggiunge il livello minimo di competenze in Italiano, e il 45% in Matematica con un aumento, per entrambe, di 5 punti percentuali rispetto al 2019. Alle scuole superiori il learning loss è ancora più marcato: si passa infatti dal 35% di studenti che non raggiungono le competenze minime di Italiano nel 2019, al 44% nel 2021, e in Matematica dal 42% nel 2019, al 51% nel 2021. L’incremento delle quote di studenti in difficoltà – viene osservato – è molto più accentuato tra chi proviene da famiglie svantaggiate dal punto di vista socio-economico, e che vivono nelle Regioni del sud, dove oltre la metà degli studenti non raggiunge il livello minimo di competenze in Matematica e lettura. In crescita, di 2,5% rispetto al 2019, anche il dato relativo all’abbandono scolastico che si attesta al 9,5%: anche in questo caso, sottolinea Save the Children, maggiormente danneggiati sono stati i minori più svantaggiati dal punto di vista socioeconomico, il 12,3% dei quali abbandonano la scuola prematuramente (a fronte del 5,3% per gli alunni che provengono da famiglie non svantaggiate dal punto di vista socioeconomico). E anche in questo caso più penalizzati coloro che vivono nelle regioni sud, dove il tasso di abbandono si attesta al 14,8% (nelle regioni al nord scende al 2,6%).
“Il quadro prospettato oggi nella presentazione dei risultati delle prove Invalsi deve necessariamente obbligare le istituzioni a una riflessione che non può più essere rimandata e che deve portare subito ad interventi concreti”, conclude Milano: “È necessario investire nella scuola, ma non è possibile ‘far parti uguali tra diseguali’: bisogna immediatamente correre ai ripari e investire per colmare le diseguaglianze che si sono acuite in questo ultimo anno e mezzo, affinché nessun bambino o ragazzo venga lasciato indietro”.

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