Argentina: aperta la Settimana sociale. Mons. Ojea (Cea), “serve un cambio di rotta”

“Dobbiamo pensare a un cambio di rotta che ci porti a una nuova umanità. Si impone un cambiamento culturale per vivere la cultura del servizio. Dobbiamo ricostruire la nostra amicizia sociale”. Lo ha dichiarato il presidente della Conferenza episcopale argentina (Cea), mons. Oscar Ojea, vescovo di San Isidro, aprendo la Settimana sociale 2021, promossa a partire dal 12 luglio in modo virtuale dalla Commissione episcopale di Pastorale sociale (Cepas) della Cea. L’incontro, che ha come slogan “Sogniamo una nuova umanità” si svolge fino a giovedì 15 ed è trasmesso in diretta sul canale YouTube della Cepas.
Nel suo intervento, mons. Ojea ha fatto riferimento alla disuguaglianza accentuata dalla pandemia. In molte regioni, ha precisato, non era possibile rispettare l’isolamento, né lavarsi le mani con acqua potabile e non c’era distanza per la precarietà della casa.
“In questo momento, la disuguaglianza si manifesta nella distribuzione dei vaccini in tutto il mondo. La povertà più straziante coesiste con la ricchezza più inconcepibile. E a tutto questo si è unito il maltrattamento al creato. Qualcosa è andato in tilt per danneggiare l’umanità – ha aggiunto -. Il consumo di droga è aumentato a causa della pandemia, le dipendenze sono cresciute in una cultura che si svuota e non guarda in faccia la realtà”.
Mons. Jorge Lugones, vescovo di Lomas de Zamora e presidente della Cepas, ha detto a sua volta: “Questa pandemia ha colpito duramente tutti ed è stata più virulenta con la popolazione più vulnerabile. È una calamità che ha portato fame, disoccupazione e povertà”. Inoltre, mons. Lugones ha avvertito che gli aiuti ufficiali ricevuti dai diversi livelli non sono stati sufficienti: “Come ci ha ricordato Papa Francesco, questa situazione ha messo a nudo l’enorme quantità di squilibri e disuguaglianze”. E ha aggiunto: “È un’urgenza sociale trovare modi per rendere il cibo accessibile a tutti”.
Il vescovo ha ricordato anche il digital divide e la mancanza di connettività, che mettono in crisi la possibilità di accesso ai contenuti educativi. Ha chiesto una riattivazione economica e “un cambiamento dal paradigma del sussidio al paradigma del lavoro, per tornare alla dignità del lavoro”. E ha evidenziato il ruolo dell’economia popolare e del settore industriale; inoltre, si è pronunciato a favore di un’economia di produzione piuttosto che di un’economia speculativa.

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