Per oltre 8 italiani su 10 la connessione Internet dovrebbe essere garantita a tutti. Oggi sono 46 milioni quelli ad esserne dotati; di questi il 65,5% si connette sia tramite rete fissa, sia tramite rete mobile, il 14,1% solo da mobile, il 12,1% solo da fissa. Numeri che dimostrano la centralità del web, risorsa essenziale per dare continuità alle attività lavorative e professionali, allo studio e alle relazioni sociali anche durante la pandemia. Questi i principali risultati del Rapporto “Il valore della connettività nell’Italia del dopo Covid-19”, realizzato dal Censis in collaborazione con WindTre, e presentato oggi . “L’emergenza sanitaria ha decretato il definitivo ingresso dell’accesso al web nel novero dei diritti fondamentali – si legge nel comunicato di sintesi -. L’86,3% degli italiani è convinto che l’accesso a internet deve essere garantito a tutti, ovunque e comunque (e la percentuale sale al 93,6% tra i giovani). Per l’80,2% (l’85,2% dei giovani) i costi di connessione dovrebbero essere finanziati, per intero o in parte, dalla fiscalità generale, rimuovendo ogni barriera d’accesso, a cominciare da quella economica”. Per l’88,9% degli italiani che ne erano dotati, la propria connessione su rete fissa ha funzionato bene durante l’emergenza sanitaria. Nel momento del massimo bisogno, gli operatori Tlc non si sono fatti trovare impreparati, garantendo connessioni sicure, affidabili e veloci, tuttavia “lo sforzo competitivo degli operatori è compreso solo in parte dalla popolazione: infatti, per il 44,7% degli italiani in questi anni le tariffe non si sono ridotte (mentre pensa il contrario il 41% e il 14,3% è incerto)”. Come uscire dal cortocircuito? Per la maggioranza degli italiani (l’83,6%) una possibile exit strategy consiste nel far pagare una fee ai giganti del web.