La Conferenza dei religiosi e delle religiose di Haiti, in una nota firmata dal suo presidente, padre Éric Jasmin, in seguito all’uccisione del presidente Jovenel Moïse, porge le sue “condoglianze ai familiari della coppia presidenziale, agli amici e alle persone care in lutto per questa perdita”. Nel testo, la vita religiosa di Haiti si dice “sconvolta” e chiede che “venga svolta un’inchiesta per chiarire questo efferato crimine, in modo che tutti i colpevoli possano essere assicurati alla giustizia”. L’occasione serve per “pretendere giustizia per tutte le altre vittime di violenza in tutto il Paese”.
La nota “condanna la violenza con tutte le sue forze, da ovunque essa provenga e in tutte le sue forme, e rinnova la sua speranza e il suo sincero impegno nella lotta per il ristabilimento di una società più umana e fraterna, costruita sui diritti umani, dignità e riconciliazione tra tutte le figlie e i figli della nazione”. Lo fa a partire dai “valori del Vangelo” e nella sua qualità di “testimone privilegiato delle legittime aspirazioni del popolo haitiano”.
I religiosi definiscono “caotica” la situazione del Paese. Da qui, un appello “alla coscienza dei diversi attori e di tutte le forze della nazione”, nella prospettiva di “un vero risveglio nazionale”, in vista di “intraprendere finalmente la strada del cambiamento, della democrazia e del progresso”.