Adolescenti: Pagnoncelli (Ipsos), “più felici i ragazzi impegnati in parrocchia”

“È interessante vedere come l’associazione fra la religiosità e gli stati emotivi più positivi: soddisfazione della propria vita, genitori più alla pari, maggiore propensione allo studio, minore impatto negativo del lockdown sui diversi aspetti di vita. Abbiamo cercato di leggere i dati emergenti. Questo elemento mi ha sorpreso parecchio e merita una riflessione sul ruolo e l’importanza della religione, della Chiesa e dell’oratorio nell’educazione e nella formazione”. Così Nando Pagnoncelli, direttore dell’Ipsos, nel presentare l’indagine sugli adolescenti, commissionata, appositamente, in relazione al progetto “Seme diVento”, elaborato dal Servizio per la pastorale giovanile (Snpg), assieme all’Ufficio catechistico (Ucn) e all’Ufficio per la pastorale della famiglia (Unpf),  presentato oggi pomeriggio a Roma. Dedicato ai ragazzi, il progetto nasce da un bisogno educativo e dal desiderio di camminare insieme a loro per sostenerli nella crescita. L’indagine si basa su interviste compiute nel mese di giugno su un campione di ragazzi della fascia di età dai 14 ai 18 anni, suddiviso in gruppi: praticanti impegnati nelle attività della parrocchia, partecipanti scarsamente impegnati, saltuari che partecipano una volta al mese alla messa, non praticanti e non credenti. “Il 62% – spiega Pagnoncelli – è soddisfatto della propria vita. I figli dei genitori non divorziati hanno un livello di soddisfazione maggiore. Una cosa che mi ha lasciato sorpreso – evidenzia – è la relazione fra la religione e la felicità. C’è una relazione fra la felicità e l’appartenenza ai gruppi parrocchiali per cui i gruppi praticanti si dicono più soddisfatti”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori