“Come cristiani, oggi vogliamo rinnovare il nostro impegno a edificare un futuro insieme, perché l’avvenire sarà pacifico solo se sarà comune”. È l’impegno assunto dal Papa e dai principali rappresentanti delle comunità cristiane in Libano, al termine della preghiera ecumenica e della Giornata di riflessione e di preghiera dedicata al Paese dei cedri. “I rapporti tra gli uomini non possono basarsi sulla ricerca di interessi, privilegi e guadagni di parte”, il monito di Francesco: “No, la visione cristiana della società viene dalle Beatitudini, scaturisce dalla mitezza e dalla misericordia, porta a imitare nel mondo l’agire di Dio, che è Padre e vuole la concordia tra i figli”. “Noi cristiani siamo chiamati a essere seminatori di pace e artigiani di fraternità, a non vivere di rancori e rimorsi passati, a non fuggire le responsabilità del presente, a coltivare uno sguardo di speranza sul futuro”, la consegna del Papa: “Crediamo che Dio indichi una sola via al nostro cammino: quella della pace. Assicuriamo perciò ai fratelli e alle sorelle musulmani e di altre religioni apertura e disponibilità a collaborare per edificare la fraternità e promuovere la pace”. Una pace, ha spiegato Francesco adoperando le sue parole durante l’incontro interreligioso nella Piana di Ur, in Iraq, che “non chiede vincitori né vinti, ma fratelli e sorelle che, nonostante le incomprensioni e le ferite del passato, camminino dal conflitto all’unità”: di qui l’auspicio che “a questa giornata seguano iniziative concrete nel segno del dialogo, dell’impegno educativo e della solidarietà”.