Declinare “realmente” nel corso dei lavori sul ddl Zan i principi di laicità dello Stato e di rispetto dei vincoli costituzionali. A chiederlo, in una lettera aperta ai senatori, insieme ad un incontro urgente con la Conferenza dei Capigruppo prima che il Senato voti per la calendarizzazione della discussione in Aula, a partire dal 13 luglio, del provvedimento contro l’omotransfobia, sono le 70 associazioni no profit che hanno promosso oggi a Roma, presso il Senato, la conferenza “Contro le discriminazioni? Sì! Ma non così” per denunciare “gli esiti illiberali che avrebbe questo testo del ddl Zan”. “Speriamo che il Senato sappia salvare la laicità dello Stato da una invasione etico-antropologica” che il ddl “vorrrebbe introdurre con l’imposizione di una legge ideologica, che non ha nessi con la lotta all’omofobia”, ha spiegato Domenico Menorello a conclusione dell’incontro.
“Consapevoli del ruolo di rappresentanti della nazione che l’art. 67 della Costituzione vi assegna – si legge nell’introduzione del testo suddiviso in sette punti – ci appelliamo a voi affinché siano realmente declinati nel corso dei lavori” sul cosiddetto ddl Zan “i principi di laicità dello Stato e di rispetto dei vincoli costituzionali recentemente evocati dal presidente del Consiglio nell’intervento nell’Aula di Palazzo Madama del 23 giugno scorso”.
In marito a laicità dello Stato e libertà della scienza e della ricerca, gli estensori della lettera osservano che “se il più alto potere pubblico, il Parlamento, ‘sceglie’ una specifica visione antropologica ed etica (cfr. art. 1, comma 1, lett. ‘d’ del ddl )”, esso “mina alle radici l’attuale natura di ‘Stato laico’ della Repubblica italiana, infrangendo il nucleo più essenziale dei ‘diritti inviolabili’ di cui all’art. 2 della Costituzione”. Per altro verso, prosegue il testo, lo stesso art. 1 del ddl “impone cosa siano il ‘sesso’, l’’orientamento sessuale’ e l’’identità di genere’, violando così clamorosamente l’art. 33 della Costituzione, che vuole, all’opposto, che la scienza e il suo insegnamento siano ‘liberi’”.