“Le evidenze dimostrano che, nei primi periodi di lockdown, c’è stato un minore interesse dei consumatori per le sostanze solitamente associate a eventi ricreativi in quanto le persone sono rimaste a casa. Tuttavia, l’analisi dei campioni di acque reflue (disponibili per alcune città europee) indica che i consumi della maggior parte degli stupefacenti sono ritornati ai valori usuali a seguito della diminuzione delle misure restrittive alla circolazione, ai viaggi e alle riunioni sociali durante l’estate del 2020”. Lo si legge nella Relazione 2021 sulle droghe realizzata dall’Agenzia Ue di Lisbona. “Tra gli sviluppi preoccupanti legati alla pandemia si annoverano segnali di un possibile aumento della disponibilità e del consumo di cocaina crack in alcuni Paesi”. “Sono state sollevate preoccupazioni specifiche in merito al misuso (quando un farmaco viene utilizzato con modalità diverse da quelle prescritte, ndr) di benzodiazepine, dirottate dall’uso terapeutico o non autorizzate per uso medico in Europa”. È stato osservato – spiegano gli esperti dell’Agenzia europea – un aumento del consumo di queste sostanze tra i consumatori di stupefacenti ad alto rischio, i detenuti e alcuni gruppi di consumatori di droga a scopo ricreativo, potenzialmente riflettendo sia l’elevata disponibilità sia il basso costo di queste sostanze e i problemi di salute mentale legati alla pandemia.
Il direttore dell’Emcdda Alexis Goosdeel afferma, commentando lo studio: “La Relazione di quest’anno illustra quanto la situazione della droga sia cambiata negli ultimi 25 anni, con il fenomeno della droga ormai estremamente diffuso, che ha ripercussioni in tutti i principali settori politici. Stiamo assistendo a un mercato delle droghe dinamico e adattivo, resiliente alle restrizioni connesse al Covid-19. Si osservano inoltre modelli di consumo di stupefacenti sempre più complessi, dove i consumatori sono esposti a una varietà più ampia di sostanze naturali e sintetiche estremamente potenti”. Quindi “dobbiamo prendere atto con urgenza che non solo c’è una maggiore eterogeneità di persone che hanno problemi legati alla droga, ma anche che questi problemi hanno ripercussioni sulle nostre comunità in una più ampia varietà di modi. Per questo motivo credo sia fondamentale, in tutti i settori delle politiche sociali, sanitarie e di sicurezza, sviluppare risposte integrate e basate su dati concreti così come previsto dalla nuova strategia dell’Ue in materia di droga”.