Colombia: la Commissione Cidh si sposta da Bogotá a Cali, dove crescono denunce su presenza di bande paramilitari che sparano contro civili

Mentre resta sospeso il tavolo dei negoziati tra il Governo e i promotori dello sciopero nazionale più lungo della storia recente colombiana, si annuncia per oggi a Bogotá una giornata di mobilitazione in sostegno ai lavori della Commissione interamericana per i diritti umani. Nel frattempo la delegazione della Commissione ieri mattina ha lavorato nello storico hotel Tequendama, per poi spostarsi, nel pomeriggio, a Cali, epicentro delle proteste e delle violenze. “Solo nella giornata di oggi (ieri per chi legge, ndr) si sono presentate duemila vittime colombiane del conflitto armato e ne sono state selezionate 400, chiamate a intervenire o in presenza o in modo virtuale”, dice al Sir una delle persone già ascoltate dalla Commissione, il leader afro sessantenne Juan David González, che prosegue: “Ho chiesto alla Cidh che intervenga per fermare la politica del presidente Duque, la situazione sta degenerando gravemente. A Cali si parla apertamente di narcotrafficanti armati, di paramilitari che sparano sui civili, spesso su leader sociali sgraditi, vengono chiamati ‘aguilas negras’ e sono autori di una ‘guerra sucia’, una ‘guerra sporca’ a bassa intensità”. Una denuncia, quella dell’attivista, che conferma le parole dell’arcivescovo di Cali, mons. Darío Monsalve, riportate dal Sir. Tra i testimonia anche il sindaco di Cali, Iván Ospina, che pure ha confermato la presenza di paramilitari. “Civili armati, insieme alla Polizia, sparano alle persone. Ciò mi sembra inaccettabile e lo denuncerò, come mi sembra inaccettabile che le persone che manifestano e protestano subiscano ferite da arma da fuoco”, ha detto il sindaco.
La Commissione sta raccogliendo le testimonianze su violazioni di diritti umani e repressione sproporzionata. Ai circa 70 giovani che avrebbero perso la vita si aggiungono almeno 120 persone scomparse. Lunedì, per esempio, è morta la comunicatrice indigena Beatriz Cano, che ha ricevuto 3 colpi di proiettile in un attacco armato a Santander de Quilichao, nel Cauca. Sua figlia di 5 anni, che resta ricoverata, ha perso un occhio.
Il gruppo di lavoro nella giornata di ieri è giunto a Cali e, prolungando la sua presenza, si recherà in altre città del Sudovest dove si sono riscontrati gravi scontri, come a Popayán e Buga, e a Bucaramanga, nel centronord del Paese.

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