“Quanto accaduto alla sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, è l’ennesima testimonianza di quello che l’Anci e tutti i sindaci Italiani stanno denunciando ormai da tempo. Non è nostra abitudine contestare le attività della magistratura né metterne in discussione le scelte ma lo Stato deve metterci nelle condizioni di fare il nostro lavoro serenamente”. Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, commentando l’avviso di garanzia a carico della sindaca di Crema per la vicenda delle porte antincendio montate in un asilo cittadino dove un bambino si era schiacciato un dito fin quasi a staccarselo.
“Non chiediamo l’immunità o l’impunità, come abbiamo già scritto nell’appello del 2 marzo scorso, in occasione della vicenda che colpì Chiara Appendino, chiediamo solo di liberare i sindaci da responsabilità non proprie”, precisa Decaro, secondo cui “così non è più possibile andare avanti”. “Se non è stato sufficiente un accorato appello al Governo e al Parlamento, sottoscritto da quasi 4mila sindaci italiani, per attirare l’attenzione di chi può e deve prendere provvedimenti su quanto sta accadendo, vorrà dire che – annuncia il presidente dell’Anci – sfileremo con le nostre 8mila fasce, costituendoci ‘parte civica’, nell’aula di tribunale dove la sindaca di Crema dovrà forse un giorno presentarsi per difendersi da questa accusa”. “Saremo lì con lei, o con qualsiasi altro sindaco chiamato a difendersi da colpe che evidentemente non sono e non possono essere sue. Perché – denuncia – non è la sindaca di Crema oggi ad essere stata indagata ma insieme a lei ci sentiamo tutti indagati”. “Prima o poi qualcuno dovrà rispondere quando l’Italia resterà un Paese senza sindaci”, conclude Decaro.