“Desideriamo salutare il vicepresidente degli Stati Uniti d’America, Kamala Harris. La sua presenza nel nostro Paese è una grande opportunità per affermare l’identità di ciascuno dei nostri popoli, per rafforzare legami di fratellanza e di vera collaborazione reciproca”. Lo scrive, in una nota, la Conferenza episcopale messicana, in occasione della visita nel Paese della vicepresidente Usa. Kamala Harris, che ieri è stata anche in Guatemala, sta facendo, infatti, una visita nei Paesi latinoamericani di maggiore emigrazione verso gli Usa, per cercare accordi duraturi.
“Le nostre nazioni – prosegue il messaggio – sono unite dalla loro vicinanza geografica, dalla loro storia e dal futuro regionale comune. La solidarietà tra i nostri popoli fa parte della ricomposizione di cui abbiamo bisogno oggi, per immaginare un futuro più promettente per tutti”.
La Chiesa messicana, proseguono i vescovi, “è da tempo preoccupata per la piena osservanza dei diritti umani dei nostri fratelli migranti, che sono spesso esposti alla violenza, alla corruzione, all’impunità e all’esclusione. Una nuova era per i migranti può essere inaugurata se tutte le parti si impegnano non solo a prendersi cura della propria gente con messaggi retorici, ma se viene valorizzata l’enorme ricchezza che ciascuno porta con sé e grazie alla quale, in molte occasioni, è possibile contribuire alla costruzione del più vasto bene comune, oltre i nostri confini”.
Prosegue la nota: “Allo stesso modo, ci auguriamo che i nostri Paesi possano lavorare insieme su altre questioni di grande importanza, come la sicurezza, lo sviluppo economico, la salute, la difesa della vita, la cura dell’ambiente e la promozione dei più poveri. La ‘migliore politica’ si verifica proprio quando seguiamo l’esempio del ‘buon samaritano’ e ci prendiamo cura dei più deboli e dei feriti delle nostre società, eliminando le loro dipendenze e schiavitù, creando opportunità perché possano essere sempre più protagonisti del proprio destino”.
Non manca un auspicio sui vaccini: “Ci auguriamo sinceramente che, nell’ambito degli sforzi compiuti dagli Stati Uniti per condividere parte delle proprie risorse al fine di ottenere una vaccinazione estensiva in altri Paesi, continuino a essere considerati tra le priorità i più poveri del Messico e dell’America Latina”.
Concludono i vescovi, rifacendosi al magistero di Giovanni Paolo II e Francesco: “I muri sono direttamente proporzionali alle nostre paure. I ponti esprimono percorsi di fiducia e di speranza che i nostri popoli possano davvero percorrere”.