“Abbiamo esercitato, da buoni cristiani e cittadini, il diritto e il dovere di votare per il bene della nostra Nazione. Per questo motivo, ci congratuliamo con tutto il popolo messicano e apprezziamo la maturità di questo esercizio sociale, manifestato in un’ampia partecipazione dei cittadini e nel rispetto delle nostre istituzioni elettorali. Tuttavia, teniamo anche conto che è stato un processo politico segnato da una forte violenza, quindi eleviamo le nostre preghiere per coloro che, assumendo la vocazione politica e suscitando sogni per un Messico migliore, sono stati attaccati o uccisi”. Lo scrive la Conferenza episcopale messicana, in una nota diffusa ieri, firmata dal presidente mons. Rogelio Cabrera López, arcivescovo di Monterrey, e dal segretario generale, mons. Alfredo Miranda Guardiola, vescovo ausiliare di Monterrey.
Le elezioni di domenica, funestate fino all’ultimo da numerosi fatti di sangue e attentati, hanno riguardato il rinnovo della Camera, dei governatori di 15 Stati e di altre numerose Istituzioni locali. Morena, il partito di sinistra del presidente Andrés López Obrador, si è confermato partito di maggioranza relativa, perdendo però, con gli alleati, la maggioranza qualificata in Parlamento. Il partito di Governo conquista anche la maggior parte dei governatori, ma perde posizioni a Città del Messico, dove l’alleanza dei partiti tradizionali di centro e di destra Pri-Pan-Prd conquista la maggior parte dei sindaci nei Comuni dell’area metropolitana. In pratica, per Morena si tratta di una mezza battuta d’arresto, pur confermandosi il perno dell’attuale sistema politico messicano.
Proseguono i vescovi: “Invitiamo tutti, sia forze politiche e capi di governo sia esponenti della società civile, a rispettare i risultati del processo elettorale manifestato attraverso il voto, a riprendere il dialogo e a trovare percorsi comuni al di là delle differenze di parte. Chiediamo che i candidati eletti per i servizi pubblici onorino la volontà del popolo, lavorino per l’unità, lo sviluppo integrale e la dignità di quelli di noi che vivono in questo Paese”.