“Nella transizione ecologica, si deve abbandonare un modello di sviluppo consumistico che accresce le ingiustizie e le disuguaglianze, per adottarne uno incentrato sulla fraternità tra i popoli”. Lo spiegano i vescovi italiani, nel Messaggio per la prossima Giornata mondiale del creato, in programma il 1° settembre sul tema: “‘Camminare in una vita nuova’ (Rm 6,4). La transizione ecologica per la cura della vita”. “Il grido della terra e il grido dei poveri ci interpellano, ammoniscono i vescovi, secondo i quali “la ricchezza che ha generato sprechi e scarti non deve far nascere nostalgie”. “Tra mentalità vecchie, che mettono in contrapposizione salute, economia, lavoro, ambiente e cultura, e nuove possibilità di tenere connessi questi valori, come anche l’etica della vita e l’etica sociale, abitiamo la stagione della transizione”, l’invito: “Ci attende una gradualità, che tuttavia necessita di scelte precise”. “La nostra preoccupazione è di avviare processi e non di occupare spazi o di fermarci a rimpiangere un passato pieno di contraddizioni e di ingiustizie”, puntualizza la Chiesa italiana: “Ci impegniamo ad accompagnare e incoraggiare i cambiamenti necessari, a partire dal nostro sguardo contemplativo sulla creazione fino alle nostre scelte quotidiane di vita”. Di qui la necessità di “abbandonare antiche logiche sbagliate”, partendo dalla consapevolezza che “la transizione rimanda a una serie di passaggi e alla capacità di discernimento per capire quali scelte siano opportune. Ci attende un periodo di importanti decisioni. C’è sempre il pericolo di rimpiangere il passato”.