“Essere come il pane significa non essere più per sé stessi, perché il pane è per nutrire. Essere pane significa lasciarsi mangiare dagli altri. È dare la vita ogni giorno, non fare calcoli umani”. Lo ha detto ieri mons. Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, nell’omelia pronunciata in cattedrale per la solennità del Corpus Domini. “Essere pane significa, come Gesù, essere talmente umili da mettersi nelle mani degli altri e lasciarsi lavorare – ha incalzato l’arcivescovo –. Il pane infatti per diventare tale ha bisogno di chi lo lavora. Ecco perché per donarsi agli altri occorre la pazienza” .
Ricordando l’impegno missionario, auspicando che esso sia la traduzione della “nuova evangelizzazione”, mons. Nolé ha sottolineato che “la Chiesa è in uscita quando si muove verso gli affamati di Dio e si lascia mangiare come il pane”.
Questo, per il pastore bruzio, è “fare comunione” per “essere nutrimento per i fratelli, promotori di fratellanza, capaci di donarsi e di ricevere”. La certezza, in conclusione, è che “senza il pane non possiamo vivere, soprattutto senza il pane eucaristico non possiamo vivere”.