È stata celebrata ieri, nella chiesa di San Pietro Apostolo a Pofi (Fr), la messa nella solennità dei Santi Pietro e Paolo, per la prima volta con il rito maronita in lingua italiana. E per domani, 1° luglio, in concomitanza con l’incontro del Papa con le comunità cristiane libanesi, è in programma una Giornata di preghiera per il Libano con la celebrazione di una messa. Sono due dei primi eventi promossi dalla nuova comunità di otto monaci maroniti, di cui sei sacerdoti, che si è stabilita nel monastero intitolato alla Gran Madre di Dio. “È importante portare avanti la comunione spirituale tra Oriente e Occidente e noi lo faremo con la comunità di Pofi”, spiega al Sir il padre abate Maroun Chidiac, superiore del monastero. Alla comunità cattolica libanese è stata affidata da un decreto della Congregazione per le Chiese orientali, in accordo con la diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, la gestione del convento del 1700, dove finora operavano i frati minori francescani. “I monaci si stanno inserendo bene nella realtà parrocchiale, aiutando nella catechesi, nella pastorale, nelle confessioni”, afferma don Giuseppe Said, parroco di Santa Maria Maggiore e San Rocco a Pofi. “Attraverso la gente del posto, sperimentiamo ogni giorno concretamente la Provvidenza divina – prosegue padre Chidiac –. Squisita è stata l’accoglienza anche del vescovo Ambrogio Spreafico e della comunità francescana, che continua ad essere presente con l’ordine secolare”. “Abbiamo raccolto un’eredità spirituale che ci arricchisce. Affidandoci all’intercessione dei santi francescani, preghiamo di poter essere sempre più di aiuto in questa realtà”, conclude.