Il progetto “Joy” di Sport senza frontiere (Ssf) per l’estate quadruplica e allarga la platea dei suoi beneficiari includendo non solo i bambini provenienti da contesti di disagio socio-economico, ma anche ragazzi in condizioni di isolamento psico-sociale, la piaga più diffusa tra i giovanissimi a causa dei lockdown e delle chiusure, arrivando così a coinvolgere migliaia di ragazzi in tutta Italia. Torna così il Summer Camp residenziale e multi sportivo a vocazione sociale, un laboratorio socio-educativo che utilizza lo sport come strumento di coesione, inclusione ed educazione, che accoglie gratuitamente i bambini che vengono da situazioni emergenziali. Dal 2017 Joy Summer Camp ha ospitato oltre 750 bambini. Quest’anno, si svolgerà a Capranica (Viterbo) e a Gressoney (Aosta). Rientrano nella proposta di Ssf anche i Joypoint, centri estivi a vocazione sociale, creati in collaborazione con la rete di società sportive di Napoli, Roma, Milano, Bergamo e Torino. I centri sono aperti a tutti i bambini dai 3 ai 15 anni dalla metà di giugno fino a settembre 2021 e prevedono l’inserimento gratuito dei bambini provenienti da contesti psico-sociali disagiati, seguiti tutto l’anno da Ssf. La novità sono i week-end Joy Nature, mini-camp formativi, della durata di un fine settimana studiati per rimettere in vita le potenzialità psicofisiche, motorie e relazionali di bambini e adolescenti, superare eventuali ansie e paure nate a causa dell’emergenza sanitaria per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni. Si svolge nel weekend dal venerdì alla domenica, sino a fine giugno, presso Capranica (Viterbo) ed Armeno (Novara). Tantissime le attività garantite da insegnanti sportivi, dalla collaborazione con le federazioni e con le associazioni sportive fino a percorsi di attività motoria, espressiva, esperienziale. All’interno di queste proposte si svolgono anche i laboratori educativi Joy Lab realizzati per aiutare i minori a superare le ansie accumulate nel periodo della pandemia e a sviluppare strumenti fondamentali per la loro crescita. “I lunghissimi mesi di lockdown e distanziamento – dichiara Alessandro Tappa, presidente di Sport senza frontiere – ci hanno costretto a ripensare il nostro intervento che si basa sulla vicinanza fisica, l’incontro, l’attività di contatto. In una prima fase abbiamo elaborato programmi da remoto per restare vicini ai nostri ragazzi, poi, conoscendo le loro problematiche, ci siamo occupati delle esigenze che l’isolamento ha in qualche modo magnificato e distribuito generi e strumenti per la loro quotidianità. Quando è stato possibile, abbiamo utilizzato ogni modo a disposizione per vederci con loro, giocare, riprendere l’attività fisica. Se tutto ciò ha funzionato, è grazie a un approccio olistico, capace di aggredire tutti i problemi che i bambini, specie quelli di aree a rischio e situazioni famigliari o abitative precarie, vivono, dall’esigenza di fare sport, alla salute, dall’educazione, al counselling psicologico”. Le iniziative di Ssf hanno il patrocinio, tra gli altri, del Coni, delle Federazioni di boxe, golf, badminton, atletica leggera.