Italia, Grecia e Cipro “continuano a presentare squilibri eccessivi”, ma sono 13 in tutto i Paesi europei che non soddisfano il “criterio del debito”, previsto dai Trattati europei. Lo ha detto la Commissione europea presentando il pacchetto di primavera del semestre europeo, che fornisce orientamenti di bilancio agli Stati membri impegnati nel processo di graduale riapertura delle loro economie. La Commissione tuttavia ritiene che “in questa fase non sia opportuno adottare una decisione sull’opportunità o meno di sottoporre gli Stati membri alla procedura per i disavanzi eccessivi”. La clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita continuerà ad essere applicata nel 2022. Sarà probabilmente disattivata a partire dal 2023. Da Bruxelles inoltre la raccomandazione agli Stati membri di “evitare di mettere fine prematuramente ai sostegni e di avvalersi pienamente dei finanziamenti del dispositivo per la ripresa e la resilienza”. Quando le condizioni lo consentiranno, “gli Stati membri dovranno perseguire politiche atte a garantire la sostenibilità di bilancio a medio termine”. Quanto agli “squilibri macroeconomici”, la previsione è che “la realizzazione delle riforme e degli investimenti” legati al Recovery fund avrà un ruolo importante nella loro correzione. Per la Commissione è inoltre opportuno “mantenere” per l’anno in corso “gli attuali orientamenti in materia di occupazione”. “Poiché la ripresa rimane disomogenea e l’incertezza ancora elevata”, ha spiegato il commissario all’economia Paolo Gentiloni, “la politica economica deve continuare a sostenere la ripresa nel 2021 come nel 2022”. La previsione è che, con il Recovery, “gli investimenti pubblici raggiungeranno il livello più elevato da oltre un decennio”. L’importante è che “tutti i Paesi mantengano gli investimenti finanziati a livello nazionale” e in un secondo momento si “orientino gradualmente verso misure maggiormente mirate per aiutare le imprese e i lavoratori a orientarsi nel mondo post-Covid”.