“C’è stato un forte aumento dello scambio di materiale pedopornografico online durante la pandemia di Covid-19”, ha affermato il segretario generale del Consiglio d’Europa Marija Pejčinović Burić, con un conseguente “impatto devastante e duraturo sui bambini coinvolti” sia a motivo dell’abuso, ma anche per “la continua circolazione di immagini online”. Per indagare e fermare la circolazione di questo materiale, ha spiegato Pejčinović Burić occorre però non violare i diritti umani “e soprattutto il diritto alla privacy dei bambini”. Per questo un gruppo di esperti, guidati dall’ex presidente della Corte europea dei diritti dell’uomo Linos-Alexandre Sicilianos, ha preparato una relazione che aiuti i responsabili politici a “sviluppare un approccio completo ed equilibrato all’uso di tecnologie automatizzate per rilevare materiale pedopornografico”. Il rapporto di 64 pagine muove dalla disamina degli strumenti di rilevamento automatizzato degli abusi e dalle normative in vigore sulla privacy per formulare una serie di raccomandazioni rivolte ai fornitori di questi servizi, in modo che possano “rilevare, rimuovere e segnalare automaticamente i contenuti pertinenti in linea con le norme di tutela dei dati e della privacy”. Per mostrare la gravità del fenomeno il Rapporto riferisce i dati relativi al 2020 della statunitense CyberTipline, sito di segnalazione degli abusi sui minori: 33,6 milioni le immagini segnalate, di cui 10,4 milioni uniche, e 31,6 milioni di video, di cui 3,7 milioni unici; 21,7 milioni le segnalazioni, con un aumento del 28% rispetto al 2019.