“Partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività”: queste le tre vie indicate da Papa Francesco ai membri della Caritas italiana, ricevuti questa mattina in Vaticano, in occasione del 50° anniversario di fondazione dell’organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana voluto da Paolo VI per promuovere la carità. I partecipanti sono arrivati dalle 218 Caritas diocesane di tutta Italia e da Caritas italiana. “Siete parte viva della Chiesa, siete ‘la nostra Caritas’, come amava dire San Paolo VI”, ha esordito il Papa, confermando il loro compito e adeguandolo alle sfide attuali: “sono sempre di più i volti dei poveri e le situazioni complesse sul territorio”. Papa Francesco ha poi esplicitato “le tre strade su cui proseguire il percorso”. “La prima: la via degli ultimi. È da loro che si parte, dai più fragili e indifesi – ha detto -. La carità è la misericordia che va in cerca dei più deboli, che si spinge fino alle frontiere più difficili per liberare le persone dalle schiavitù che le opprimono e renderle protagoniste della propria vita”. A questo proposito ha ricordato “molte scelte significative, in questi cinque decenni”, tra le quali l’obiezione di coscienza, il sostegno al volontariato, la cooperazione con il Sud del pianeta, gli interventi in occasione di emergenze in Italia e nel mondo; “l’approccio globale al complesso fenomeno delle migrazioni, con proposte innovative come i corridoi umanitari” o gli “strumenti capaci di avvicinare la realtà, come i Centri di ascolto e gli Osservatori delle povertà e delle risorse”. La seconda via è quella del Vangelo, ossia “lo stile dell’amore umile, concreto ma non appariscente, che si propone ma non si impone. È lo stile dell’amore gratuito, che non cerca ricompense. È lo stile della disponibilità e del servizio, a imitazione di Gesù che si è fatto nostro servo”. La terza strada è invece quella della creatività: “Non lasciatevi scoraggiare di fronte ai numeri crescenti di nuovi poveri e di nuove povertà – ha detto -. Continuate a coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza. Contro il virus del pessimismo, immunizzatevi condividendo la gioia di essere una grande famiglia”.