Lavoro: Acli, “un nuovo patto sociale che non escluda nessuno. No a sfruttamento”

“Facciamo nostre le molte preoccupazioni del mondo del lavoro, oggi convocato dai sindacati in una mobilitazione nazionale, e rilanciamo il drammatico grido di giustizia di tanto sfruttamento che, ancora una volta in questi giorni ha il nome di un giovane immigrato: Camara Fantamadi, morto dopo una giornata di fatica nei campi”. Lo affermano oggi le Acli nazionali, unendosi alla richiesta di “un nuovo patto sociale che ci aiuti a ripartire tutti insieme, nessuno escluso”. “Oggi – sottolineano – c’è bisogno del dovere solidale della ricchezza che il lavoro globalmente produce: basta con un modello dove i pochi iper ricchi pagano meno tasse delle persone e aziende normali, spesso grazie ai privilegi di cui la speculazione e le multinazionali godono, in un’economia soggetta alla supremazia dei soldi fatti solo coi soldi e non con il lavoro”. Per contro, ricordano, “decine di migliaia di persone rischiano di perdere il lavoro, anche perché la pur auspicata e importante ripresa, dobbiamo esserne consapevoli, da tempo non si abbina necessariamente a una ripresa dell’occupazione, ma spesso negli ultimi decenni, nei rari anni di crescita, si è affiancata a ristrutturazioni pesanti e ad un aumento del lavoro povero”. “Non crediamo che la soluzione sia impedire alle imprese di licenziare – affermano -, ma certamente la fine della Cassa integrazione Covid e lo sblocco dei licenziamenti devono avvenire con gradualità e attendere una ripresa reale e non ipotetica”. Servono perciò “nuovi ammortizzatori, che abbraccino tutti, compreso il lavoro domestico, e legati a nuove e diffuse politiche attive del lavoro”. E di “formazione durante tutta la vita lavorativa, perché è la prima forma di assicurazione sulla stabilità lavorativa”. Le Acli ricordano inoltre che “gli stimati 70.000 lavoratori che resteranno a casa andranno a sommarsi a tanti invisibili, specie giovani, donne e migranti, nonché a tanti lavoratori più deboli che già da tempo avevano perso opportunità di inserimento lavorativo: serve che nel Pnrr si aprano concreti spazi e opportunità per l’economia sociale, specie per una politica mirata di inserimenti lavorativi di chi già prima faticava a trovare occupazione”.

 

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