“Santità, non vogliamo essere una Chiesa ‘timida’ ma – per usare una sua espressione felice – vogliamo essere una Chiesa che ‘fa chiasso’ attraverso le opere di misericordia e di carità. Siamo qui per dirle questo”. Così il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza episcopale italiana, si è rivolto a Papa Francesco nel suo saluto iniziale durante l’udienza di oggi in Vaticano, in occasione dei 50 anni dalla nascita di Caritas italiana, istituita da San Paolo VI il 2 luglio 1971 “con lo scopo di essere testimonianza viva della carità in tutti i suoi molteplici aspetti”: “In una parola – ha precisato il cardinale Bassetti – si voleva sostituire l’assistenzialismo con la promozione umana, con una opzione preferenziale per i poveri, come aveva detto il Concilio”. “I nostri centri di ascolto – ha proseguito il presidente della Cei – forniscono dati sociali sul disagio sociale e sulla povertà che non sono basati solo sul rilevazioni numeriche. Non ci interessa questo. Ci interessano soprattutto i volti, le storie, le situazioni concrete delle persone e delle famiglie”. Il cardinale Bassetti ha ricordato le parole “inequivocabili” del Papa che sottolineano “la centralità dell’accoglienza in questo passaggio di millennio”: “la Chiesa è madre, e la sua attenzione materna si manifesta con particolare tenerezza e vicinanza verso chi è costretto a fuggire dal proprio Paese e vive nello sradicamento e nella fragilità”. “Oggi – ha concluso – lei ci invita a portare la speranza negli occhi ma soprattutto nel cuore dei poveri, dei rifugiati, di chi ha perso le proprie radici. Grazie”.