“Riteniamo – come adulti e come educatori – di avere la responsabilità di essere accanto ad adolescenti e giovani nel pensare e affrontare le fatiche e gli eventi della vita senza favorire rimozioni e senza anestetizzare il negativo. Il compito di educare si traduce nel coraggio di consegnare risorse e ragioni per vivere e di accompagnare in un’avventura generativa non solitaria”. Lo scrivono le associazioni aderenti al Tavolo ecclesiale dipendenze, costituito presso la Caritas Italiana, nel documento “Tempo di sogni. Costruire il futuro con i giovani”, diffuso in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droghe 2021 (26 giugno).
L’educazione non è azione “sulle” persone, ma “con” le persone, “promozione della libertà e della responsabilità, stimolazione di processi reali di autonomia, promozione di nuove forme di partecipazione diretta e di cittadinanza attiva. Credere nell’unicità delle storie, delle esperienze e delle difficoltà di ognuno”.
C’è “un’urgenza di vita nei giovani che spesso diventa un grido per combattere la noia o l’apatia che a volte li attanaglia, in ricerca di risposte grandi come il desiderio del loro cuore. Difficilmente gli esseri umani, e a maggior ragione i giovani, riescono a stare in una condizione in cui il loro grido si perde nel vuoto. In questa attesa si aprono due strade: una è la ricerca di luoghi e persone che aiutano a trovare le risposte al grido, l’altra si accontenta di cercare luoghi e persone che ti aiutano a distrarti, a non pensare. Noi vogliamo aiutare a pensare”.
L’accompagnamento dei giovani da parte degli adulti “può essere sintetizzato con tre verbi: suscitare, prendere sul serio e ricordare”. Perciò, “chi accompagna deve invitare il giovane a sognare, deve suscitare il desiderio di guardare più in là”.
“La realizzazione dei sogni passa attraverso il duro esame di realtà e ha come ingredienti la pazienza, la tenacia, il sacrificio – spiega il documento -. Non di rado i giovani ci partecipano i loro sogni. Si espongono con tremore e coraggio insieme; sono confidenze ‘sacre’. Sono desideri del cuore, proiezioni in avanti ed è compito degli adulti prenderli sul serio, accoglierli con partecipazione”.
“L’adulto che accompagna ricorderà ai giovani le luci che hanno colto in passato ma che le nuvole ora coprono, ricorderà loro sempre Isaia (40,30): ‘Quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi’”.