Consiglio europeo: Turchia, Libia, Bielorussia tra i nodi irrisolti della politica estera Ue. “Ankara rispetti i diritti fondamentali”

Il Consiglio europeo è tornato, ieri, sulla situazione nel Mediterraneo orientale e sulle relazioni dell’Unione europea con la Turchia e “ha ricordato l’interesse strategico dell’Ue ad avere un contesto stabile e sicuro nel Mediterraneo orientale e sviluppare relazioni di cooperazione reciprocamente vantaggiose con la Turchia”. In tal senso, il Consiglio, si legge nelle “Conclusioni” dedicate alla politica estera, “accoglie con favore l’allentamento delle tensioni nel Mediterraneo orientale”. L’Ue “è pronta a dialogare con la Turchia in modo graduale, proporzionato e reversibile per intensificare la cooperazione in una serie di settori di interesse comune, ferme restando le condizionalità stabilite a marzo e in precedenti conclusioni del Consiglio europeo”. Migrazione, salute pubblica, clima, lotta al terrorismo e questioni regionali restano i capitoli aperti di un confronto tra 27 e Ankara sempre molto difficile. La situazione di Cipro è un altro capitolo scottante nelle relazioni bilaterali, per cui l’Ue chiede una “soluzione globale” sulla base “di una federazione bicomunitaria e bizonale caratterizzata dall’uguaglianza politica, in conformità delle pertinenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Inoltre, “lo Stato di diritto e i diritti fondamentali in Turchia continuano a costituire una preoccupazione essenziale. Gli attacchi ai partiti politici, ai difensori dei diritti umani e ai media rappresentano significative battute d’arresto per i diritti umani e sono in contrasto con gli obblighi della Turchia di rispettare la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti delle donne”.
Il Consiglio europeo conferma, nello stesso documento, “il suo impegno a favore del processo di stabilizzazione della Libia sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Le elezioni dovrebbero svolgersi, come convenuto nella tabella di marcia, il 24 dicembre 2021 e i relativi risultati dovrebbero essere accettati da tutti”. Il Consiglio europeo chiede che “si compiano progressi sul dialogo politico inclusivo e a titolarità libica e sul ritiro senza indugio di tutte le forze straniere e dei mercenari”.
Il paragrafo più difficile, oltre a quello sulla Turchia, riguarda Mosca. Il Consiglio europeo “si aspetta che la leadership russa dimostri una dedizione e un impegno politico più costruttivi e ponga fine alle azioni contro l’Ue, i suoi Stati membri e i Paesi terzi. Il Consiglio europeo “sottolinea la necessità di una risposta ferma e coordinata dell’Ue e degli Stati membri a qualsiasi ulteriore attività nociva, illegale e destabilizzante della Russia, avvalendosi appieno di tutti gli strumenti a disposizione dell’Ue e garantendo il coordinamento con i partner”. A tal fine, il Consiglio europeo invita inoltre la Commissione e l’Alto rappresentante “a presentare ulteriori possibilità di misure restrittive, comprese sanzioni economiche”.
Dal summit emerge poi la posizione sulla Bielorussia: “Il Consiglio europeo ribadisce l’invito a rilasciare immediatamente tutti i prigionieri politici e tutte le persone detenute arbitrariamente, ivi compresi Raman Pratasevich e Sofia Sapega (ora posti agli arresti domiciliari, ndr) e a porre fine alla repressione della società civile e dei media indipendenti. Ribadisce il diritto democratico del popolo bielorusso di eleggere il proprio presidente attraverso nuove elezioni libere e regolari”.
Altri paragrafi riguardano il Sahel, l’Etiopia e la cibersicurezza.

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