La presidenza della Conferenza episcopale venezuelana ha diffuso oggi un messaggio in occasione del bicentenario della battaglia di Carabobo, che sancì l’indipendenza del Venezuela. Secondo i vescovi questa celebrazione “deve essere occasione per gli abitanti del Venezuela per fare una seria revisione di vita su cosa ha significato questa impresa per l’indipendenza e cosa significa riguardo alle sfide per il futuro”. La battaglia di Carabobo rappresenta infatti la “volontà di fare del Venezuela una Nazione libera e sovrana”, perché da quell’evento ha inizio “una tappa nella storia del Venezuela durante la quale si costruisce la vita repubblicana che, con le sue luci e le sue ombre, hanno condotto all’esperienza della democrazia”, un momento storico in contrasto con la realtà attuale. “Le principali istituzioni della vita civile sono colpite a tal punto da voler imporre una nuova visione e un modello diverso da quello di democrazia partecipativa e protagonista proposto dalla Costituzione”, affermano: “Il nostro popolo soffre e chiede giustizia, attenzione, accompagnamento e libertà”. Secondo i vescovi, “il compito oggi e per il futuro è rifare il Venezuela, ma senza guardare indietro con nostalgia”: “L’eredità ricevuta ci permette di andare avanti e costruire il Venezuela che la stragrande maggioranza desidera e sentirlo come un compito dove predominano giustizia, equità, fraternità, solidarietà, unità e pace”. I vescovi rinnovano perciò la consacrazione della nazione al Santissimo Sacramento e invitano a suonare le campane e celebrare messa il 24 giugno “chiedendogli di liberarci da tutte le insidie del maligno. Sarà il modo migliore e più bello per celebrare il bicentenario di Carabobo”.