“Chi rappresenta dal punto di vista politico i nostri valori e i nostri interessi sociali” deve “promuovere i valori della dignità umana, sostenere la famiglia e rispettare la vita”, affermano i vescovi cattolici romeni, che chiedono agli europarlamentari della Romania di votare contro la relazione Matić. “Non ci è indifferente chi e come ci rappresenta”, ricorda mons. Aurel Percă, arcivescovo metropolita di Bucarest e presidente della Conferenza episcopale romena (Cer), che a nome della Chiesa cattolica in Romania ha inviato un appello agli europarlamentari romeni. Il documento dei vescovi romeni ricorda la Dichiarazione Comece e l’Opinione di minoranza alla Relazione Matić, e riafferma l’insegnamento della Chiesa sulla vita e la dignità della persona umana. “L’obiezione di coscienza – aggiungono – è un diritto fondamentale garantito dall’articolo 9 della Convezione europea dei diritti dell’uomo (Cedu)”, che riafferma che “non esiste un diritto fondamentale all’aborto, e il bambino non ancora nato non è escluso dalla protezione offerta dal diritto alla vita, garantita dalla Cedu”. Nel febbraio scorso, la Commissione per l’insegnamento della Cer si era espressa sull’introduzione nel programma scolastico dell’educazione sessuale come materia obbligatoria. Mons. Percă aveva manifestato allora la preoccupazione dei vescovi cattolici della Romania chiedendo che tale materia rimanga opzionale, che coinvolga i genitori, e che rispetti i principi morali e religiosi delle famiglie degli alunni. Il 22 giugno, il Patriarcato ortodosso romeno ha denunciato pressioni e ha chiesto che il programma scolastico in Romania sia “dissociato da qualsiasi tipo d’ideologia”.