“Tra lo Stato italiano e la Santa Sede esiste un accordo e i patti vanno rispettati. In base a tale accordo, alla Chiesa viene riconosciuta la libertà di esercizio del Magistero e ai cattolici e alle loro associazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. È quanto ribadisce in una nota “Alleanza cattolica” che interviene nel dibattito sul Ddl Zan, in seguito alla richiesta di rimodulazione dello stesso da parte della Santa Sede. Dal momento che il Ddl Zan, afferma “Alleanza cattolica”, “mira non a introdurre sanzioni per atti di violenza o di minaccia – dinanzi ai quali non vi è patto che tenga -, ma a punire, fra l’altro, chi insegna che la diversità sessuale non è un’opinione, è ben comprensibile che chi, come la Chiesa, pretende di parlare non solo alle anime ma anche ai corpi, si veda esposta al pericolo di vedere significativamente compromesso il proprio diritto-dovere di evangelizzare”. “Se qualcuno ha cantato vittoria troppo presto, pensando che il popolo italiano fosse oramai privo di ogni capacità di reazione critica – si legge nella nota – è bene che incominci a fare i conti con la realtà; come stanno facendo quei tanti che, pur da sponde non confessionali, hanno con coraggio levato la voce contro un disegno di legge che pretende di trasferire nelle aule giudiziarie un confronto che deve rimanere sul piano culturale. La posta in gioco è la libertà, che va rispettata anche se non ci fosse stato un Concordato a ricordarlo. E che qualcuno lo abbia ricordato al Parlamento italiano è solo un bene. Per tutti”.