Sono arrivati oggi all’aeroporto romano di Fiumicino attraverso i corridoi umanitari 45 profughi di otto diverse nazionalità (Sudan, Repubblica Centrafricana, Eritrea, Etiopia, Ciad, Camerun, Mali e Nigeria), molti dei quali passati attraverso l’inferno delle carceri libiche e poi nei campi in Niger tramite i meccanismi dell’Unhcr, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Hanno tutti alle spalle storie durissime e drammatiche, di fuga dagli integralisti di Boko haram, dai conflitti, dalla miseria, alcuni hanno tentato più volte di attraversare il deserto e il mare per venire in Europa. Tra loro otto famiglie e 22 bambini. I 45 di oggi sono gli ultimi arrivati nell’ambito dei corridoi umanitari, reinsediamenti ed evacuazioni umanitarie da Medio Oriente e Africa organizzati da Caritas italiana, su mandato della Conferenza episcopale italiana e grazie a protocolli con il governo: per loro oggi inizia una nuova vita in Italia, nelle otto Caritas diocesane che li accoglieranno: Rimini, Crema, Fiesole, Roma, Bolzano, Matera, Teggiano-Policastro e Assisi. Una persona sarà ospitata anche dalla Chiesa valdese di Torino. Tutti stanno seguendo i protocolli per la prevenzione del Covid-19 concordati con le Asl, con tamponi in partenza e in arrivo e quarantena di 15 giorni. In un anno e mezzo di pandemia c’è stato un solo caso di positività al Covid-19 tra i profughi ed il contagio è avvenuto in Italia. La novità, annuncia al Sir Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, “è che i corridoi umanitari stanno assumendo un rilievo e una dimensione europea. Abbiamo vinto un progetto che partirà il prossimo anno e coinvolgerà, tra gli altri Paesi, Belgio, Irlanda e perfino il Canada, che mira a potenziare la qualità dell’esperienza e l’inserimento sociale, ad esempio migliorando le possibilità di integrazione lavorativa e formativa per le persone che hanno competenze specifiche”. Come Caritas italiana, conclude, “siamo felici di poter riprendere l’esperienza, che in realtà non è stata mai interrotta, in un clima di serenità e fiducia diffusa”. Dal 2014 ad oggi i corridoi umanitari promossi da varie realtà della società civile ed ecclesiale hanno portato in Italia, in maniera sicura e legale, oltre 3.000 persone.