Inaugurata nei giorni scorsi, presso la sede dell’Università degli studi di Perugia, ad Assisi, la mostra “Madaba, la città dei mosaici”. “Madaba, la città dei mosaici”, patrocinata dalla Custodia di Terra Santa e parte del progetto di turismo sostenibile “Scoprire Madaba”, finanziato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics) e implementato dall’Università degli studi di Perugia. La mostra, tra le altre cose, presenta una parte dedicata all’archeologia francescana e una riproduzione calpestabile in scala 1:1 della pavimentazione mosaicata del Memoriale di Mosè. Diverse le sale dedicate al lavoro archeologico condotto dallo Studium Biblicum Franciscanum (Sbf), in particolare a quello di padre Michele Piccirillo, archeologo dello Sbf che ha condotto diverse campagne di scavi nell’area di Madaba. All’interno della mostra sono esposte le riproduzioni 1:1 dei mosaici della pavimentazione del santuario del Monte Nebo calpestabili e le riproduzioni 3D effettuate con dei laser scanner 3D virtuali. “Volevamo donare ai visitatori la sensazione di essere realmente sul luogo e per questa ragione abbiamo utilizzato diverse tecniche innovative per far rivivere a livello olfattivo, tattile, visivo, la sensazione di entrare a contatto con uno spazio sacro del settimo secolo dopo Cristo”, ha detto Andrea Polcaro, direttore scientifico del progetto. Il Memoriale di Mosè sul Monte Nebo, cui è dedicato uno spazio particolare all’interno dell’esibizione, è il luogo in cui, secondo la Bibbia (Deuteronomio 34), Dio mostrò a Mosè la Terra Promessa e in cui il profeta, venerato dalle tre religioni monoteiste, morì. Nel corso del 1900 gli archeologi della Custodia di Terra Santa portarono alla luce l’antico monastero, la basilica e i mosaici in essa contenuti. Alla cerimonia inaugurale della mostra sono intervenuti Luca Maestripieri, direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics), Fabio Cassese, ambasciatore d’Italia in Giordania, Fayiz Fahran Saleh Khouri, ambasciatore della Giordania in Italia, Ahmed Ash-Shami, direttore generale del dipartimento delle Antichità di Giordania. Dal dipartimento di Lettere, Lingue, letterature e Civiltà antiche e moderne sono intervenuti Andrea Polcaro, direttore scientifico del progetto, e Donatella Scortecci, co-curatrice della mostra.