Anche due docenti italiani chiamati a offrire proposte di largo respiro per far uscire il Perù e la politica peruviana dall’impasse nella quale è caduta. È quanto avvenuto sabato scorso, nel quarto e ultimo appuntamento del ciclo di seminari sulla leadership politica in Perù, promosso dall’Academia di Líderes Católicos (Accademia dei leader cattolici), un gruppo di personalità attive a livello politico, sociale e culturale prevalentemente in America Latina. I due docenti erano il costituzionalista e parlamentare Stefano Ceccanti e il filosofo ed ex ministro Rocco Buttiglione. I loro sono stati gli interventi portanti di un ampio dibattito, inevitabilmente connesso all’attuale incertezza politica in Perù, dove i ricorsi della candidata attualmente perdente di misura, Keiko Fujimori, impediscono la proclamazione di Pedro Castillo come vincitore. Obiettivo dei seminari, promossi in collaborazione con l’arcidiocesi di Lima, è proprio quello di guardare al lungo periodo, a offrire chiavi di discernimento per una testimonianza cristiana in politica in un contesto, come quello peruviano, di estrema fragilità del sistema democratico, continuamente a rischio di implosione, come dimostra il recente ballottaggio che si è svolto in un clima di forte polarizzazione tra le ali estreme dello schieramento politico.
Il prof. Buttiglione ha spiegato che “l’impegno del cattolico in politica non corrisponde a una semplice e ideologica trasposizione della dottrina sociale della Chiesa in un contesto”. Le cose sono più complesse, e chiedono anzitutto “un appartenere” a una comunità, una condivisione di un progetto, che altrimenti viene imposto ideologicamente. In secondo luogo, è richiesta un’attenzione privilegiata “ai poveri”, senza però semplicismi che impediscono di cogliere l’attuale complessità. Chi fa politica deve poi sapere “rappresentare”, elaborare progetti e stringere alleanze.
Il prof. Ceccanti, da parte sua, citando Mounier, ha messo in luce la con-presenza, nel politico cristiano, del “polo politico” e del “polo profetico”, delineando poi alcune caratteristiche del discernimento politico, traendo spunto dall’Octogesima Adveniens di Paolo VI: esso “si fonda su una logica a tre tempi: accoglienza delle persone e comprensione concreta dei contesti (analisi obiettiva della situazione), presentazione delle esigenze etiche ed evangeliche sotto forma di ampi indirizzi e finalità (principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione), appello esigente all’impegno che non porta necessariamente alle medesime scelte pratiche”.
Si tratta, in tutta evidenza, di proposte non strettamente legate all’attualità del Paese, ma in grado di offrire una mappa a quanti siano interessati a far ripartire su nuove basi la democrazia di uno dei Paesi più diseguali e fragili dell’America Latina. Proprio sulle origini storiche di tale diseguaglianza, pur dentro una grande diversità che può diventare risorsa e ricchezza, e sulla centralità della dimensione educativa, si è soffermato l’arcivescovo di Lima, mons. Carlos Castillo, nel concludere il seminario.