“Una vita da rifugiati. Il conflitto israelo-palestinese e la tragedia di un popolo esule”: è il titolo del 68° Dossier con dati e testimonianze di Caritas Italiana, diffuso oggi alla vigilia della Giornata mondiale del Rifugiato (20 giugno). L’obiettivo del Dossier, si legge in un comunicato stampa della Caritas, “è di prestare attenzione alla situazione dei tanti costretti da violenza o disastri naturali a lasciare le proprie case (rifugiati, richiedenti asilo e sfollati) ponendo una lente sulla storia e la vita dei rifugiati palestinesi, dalla creazione dello Stato di Israele nel 1948 ad oggi. Per continuare a ricordare un conflitto che, se non risolto, non finirà di ferire il Medio Oriente e il mondo intero. Come ribadito da Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini: ‘Credo che finché non ci sarà una soluzione chiara e dignitosa per il popolo palestinese non ci sarà stabilità nella Regione. C’è una popolazione di milioni di persone che attende una parola chiara come popolo e come nazione’”. I rifugiati palestinesi, assieme ai siriani, costituiscono il più grande gruppo di rifugiati a livello mondiale. Oggi, degli oltre 13 milioni di palestinesi nel mondo, 5,6 milioni sono rifugiati, prevalentemente in Giordania (2,3 milioni), Striscia di Gaza (1,46 milioni), West Bank (859mila), Siria (562mila) Libano (476mila). La Chiesa negli anni ha seguito costantemente la situazione tra Israele e Palestina: dal pellegrinaggio in Terra Santa nel maggio 2014 in cui Papa Francesco ha sollecitato il coraggio della pace che “poggia sul riconoscimento da parte di tutti del diritto di due Stati ad esistere e a godere di pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti”; fino ad arrivare all’ultimo viaggio apostolico in Iraq, lo scorso marzo, in cui insieme all’ayatollah Sayyid Al-Sistani il Santo Padre ha discusso del fenomeno degli sfollati che colpisce molti popoli della regione mediorientale, specie quello palestinese che vive nei territori occupati da Israele.