Papa Francesco ha inviato una benedizione speciale al Perù, perché trovi pace e unità, individuando le vie migliori per dare soluzione ai problemi del Paese. È quanto riferisce, sul proprio sito l’arcidiocesi di Lima, in seguito all’udienza concessa giovedì dal Santo Padre all’arcivescovo di Lima e primate del Perù, mons. Carlos Castillo Mattasoglio.
Il sito cita alcune brevi dichiarazioni dell’arcivescovo, che ha parlato con il Papa mentre nel Paese si vivono giorni di grande tensione, a quasi due settimane dal ballottaggio delle presidenziali. Nonostante il candidato di Perù Libre Pedro Castillo sia risultato vincitore (sia pure con meno di 50mila voti di scarto) al termine dello scrutinio e dei relativi controlli nelle sezioni dove il voto era stato contestato, la proclamazione del vincitore non è ancora avvenuta e la sua avversaria, Keiko Fujimori, sta tentando qualsiasi via legale per ritardare la conclusione ufficiale della vicenda e per impugnare l’esito delle elezioni. In questo contesto, non sono mancate voci dall’interno delle Forze Armate, in particolare da parte di alcuni generali in pensione, che auspicavano un colpo di Stato militare. Un’ipotesi contro la quale è intervenuto ieri personalmente il presidente della Repubblica, Francisco Sagasti, che ha definito “inaccettabile” e contro la Costituzione il comportamento degli ex graduati.
In brevi dichiarazioni, mons. Castillo ha spiegato che il Sommo Pontefice ha espresso il desiderio che tutti i problemi del Perù possano essere “risolti nella pace, nell’unità e che la Chiesa contribuisca alla costruzione del bene comune”.
L’arcivescovo di Lima, in alcune interviste televisive rilasciate da Roma (in particolare a Canal 7 e a Tele Perù), ha aggiunto alcune sue ulteriori valutazioni sull’attuale situazione. Per il primate del Perù è “legittimo esigere la trasparenza delle elezioni”, ma ciò deve avvenire all’interno dei regolamenti stabiliti, “senza creare allarme attraverso fantasie che destano paura”.