“Il sistema di accoglienza in Italia si è andato evolvendo e perfezionando negli anni, privilegiando un modello diffuso sul territorio nazionale e orientato all’inclusione sociale dei migranti, nonché aperto alla più ampia collaborazione con le realtà locali valorizzando la capacità progettuale dei territori”. Lo scrive il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nel rapporto annuale Siproimi/Sai a cura di Anci e ministero dell’Interno, indicando le tre caratteristiche di questo modello: “Diffuso, inclusivo, partecipato”.
Un modello di accoglienza così articolato ha consentito – riferisce il ministro -, durante l’esplosione dell’emergenza sanitaria mondiale, di “fronteggiare adeguatamente l’effetto pandemico sulle comunità di accoglienza, interessate, fin dall’ingresso nel territorio nazionale dei migranti, dalle misure sanitarie della quarantena applicate sulle navi appositamente noleggiate o in strutture dedicate”. La sfida indicata rimane “quella della coerenza del modello di accoglienza con gli obblighi costituzionali e internazionali che il nostro Paese ha assunto”. “Nonché con l’esigenza imprescindibile di coniugare sempre l’osservanza delle leggi dello Stato da parte dei migranti con il controllo ordinato dei flussi migratori. Seguendo un progetto politico e sociale che abbia come fine la capacità di integrare lo straniero”.