“Guerra, violenza e persecuzioni hanno costretto più di 80 milioni di persone in tutto il mondo a lasciare le proprie abitazioni, abbandonando tutto per salvare se stessi e i propri cari. I rifugiati devono poter ricominciare le proprie vite. Ma per molti la pandemia ha significato distruzione delle proprie famiglie, stigmatizzazione, sproporzionata esposizione al virus”. Lo afferma il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, nel videomessaggio per la Giornata mondiale del rifugiato, in cui osserva che “al tempo stesso, i rifugiati hanno ancora una volta dimostrato il contributo inestimabile che offrono alle loro società di adozione come operatori essenziali in prima linea su molti fronti del lavoro”. “Abbiamo il dovere di aiutare i rifugiati a ricostruire le loro vite. Il Covid-19 ci ha dimostrato che possiamo riuscire solo se siamo uniti”.
In occasione della Giornata, la richiesta di Guterres a comunità e governi è che “includano i rifugiati nell’assistenza medica, nell’istruzione, nello sport”. “Noi possiamo guarire insieme se tutti otteniamo le cure di cui abbiamo bisogno. Noi impariamo insieme quando viene offerta a noi tutti la possibilità di studiare. Noi rifulgiamo insieme quando giochiamo come una squadra e rispettiamo tutti”. Da parte del segretario generale il plauso ai Paesi che “hanno accolto i rifugiati”. “Ma ci occorre maggiore sostegno – da Stati, settore privato, comunità e individui – se vogliamo muoverci insieme verso un futuro più inclusivo e libero da ogni discriminazione. I rifugiati che ho incontrato mi hanno mostrato cosa significhi ricostruire la propria vita attingendo a una forza che arricchisce anche le vite altrui. Nella mia veste di Alto Commissario per i Rifugiati per dieci anni, sono stato ispirato dal loro coraggio, dalla loro resilienza e dalla loro determinazione”.