Nell’ambito degli eventi organizzati quest’anno nella diocesi di Teramo-Atri per il centenario della canonizzazione di San Gabriele dell’Addolorata, si è svolto questa mattina nel santuario ad Isola del Gran Sasso, il Giubileo delle istituzioni e delle forze dell’ordine. In centinaia, provenienti da Abruzzo e Molise, si sono incontrati per vivere, guidati dall’arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), mons. Santo Marcianò, e da mons. Lorenzo Leuzzi, la messa, il rito di passaggio della Porta santa e la preghiera davanti all’urna del santo. “Tutti siamo chiamati ad espletare un compito, e tanto più il compito viene espletato con cura e dedizione, quanto più ci si sente responsabili”, le parole di mons. Marcianò che ha incentrato il suo intervento sulla vocazione, intesa come chiamata che esige una risposta. Come la chiamata delle forze dell’ordine che sono impegnate direttamente nel servire la pace nelle missioni all’estero ma anche nel servizio di molti a migranti e rifugiati che rappresentano un dramma rispetto al quale l’Italia e l’Europa tutta deve tenerne sempre di più conto nella propria agenda sociale e politica. “La responsabilità delle cose, esige l’ascolto della realtà, non sulla testa della gente ma a partire dal basso, direbbe Papa Francesco. È un mettersi in ascolto della terra che si ama – ha sottolineato mons. Marcianò – e poi mettersi in marcia per costruire un mondo nuovo, per cambiare le cose, intraprendere iniziative coraggiose a servizio della gente, e soprattutto al servizio degli ultimi. Il bene comune non è il bene di tutti ma è il bene di ciascuno, dunque il bene di tutti. Se fosse solo il bene di tutti ci dovremmo fermare alle grandi opere scartando gli ultimi”. La fraternità universale deve essere lo scopo del Giubileo, nel quale compiere un pellegrinaggio sociale, lasciando il metodo individualista e l’economia basata sul guadagno, per cercare una nuova visione del mondo fondata sulla logica di giustizia e bene comune. “La gioia profonda dell’uomo sta nel donarsi”, ha sottolineato l’arcivescovo elogiando il lavoro di istituzioni e forze dell’ordine che, pur essendo una benedizione per molti, non vedono sempre riconosciuto il merito. “Lasciamoci guardare da Gesù perché ci conceda di continuare a seguirlo, diventando sempre di più testimoni di amore. Lo siete e per questo vi ringraziamo”.