Sono 6,3 milioni i volontari attivi in Italia di cui 4,14 operativi in organizzazioni strutturate, una rete sociale animata da un volontariato esteso indispensabile per costruire il cambiamento nelle priorità del nostro vivere civile per non farci trovare impreparati di fronte alle nuove domande sociali e per garantire la qualità della nostra democrazia sempre più bisognosa di un’educazione al bene comune. Questi dati sono stati ricordati oggi in occasione della presentazione, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica, della candidatura transnazionale del volontariato a bene immateriale dell’umanità Unesco. La candidatura è sostenuta da un comitato promotore che include diverse personalità del mondo del Terzo Settore, del giornalismo e del volontariato, nonché il vicepresidente della Corte costituzionale, Giuliano Amato.
Fabrizio Pregliasco, presidente dell’Anpas e membro del Comitato promotore, sottolinea: “Sosterremo l’iniziativa perché il volontariato, caratteristica peculiare della nostra storia, ottenga il riconoscimento Unesco quale bene immateriale”.
“Chiedere il riconoscimento del volontariato come bene immateriale dell’umanità è un’idea fantastica, giusta. Ricordiamoci che i volontari sono sempre espressione di una comunità locale ed è importante riconoscere che solo che l’energia gratuita del volontariato è capace di tessere i fili di una comunità. Per questo anche parlando a nome di 192 associazioni internazionali di Croce rossa e Mezzaluna rossa sosterremo con forza la campagna”, precisa Francesco Rocca, presidente di Croce rossa italiana e membro del Comitato promotore.
La candidatura del volontariato quale bene immateriale Unesco rappresenta l’atto conclusivo del percorso che ha visto Padova ricoprire il ruolo di Capitale europea del volontariato.