“Questa notte le forze israeliane hanno bombardato alcune postazioni di miliziani di Hamas. Qui in parrocchia non abbiamo sentito nulla, mentre nella zona dove abitano le suore del Rosario e dove è alloggiata una parte della delegazione patriarcale si è sentito il frastuono. Stiamo tutti bene. La visita del patriarca continua. Questa mattina saremo presso alcune famiglie che hanno avuto la casa distrutta o colpita durante gli scontri militari dello scorso maggio. Nel pomeriggio, invece, è prevista la messa in parrocchia durante la quale verranno amministrati i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima”: così al Sir il parroco latino di Gaza, padre Gabriel Romanelli, dopo che alle prime ore di oggi caccia israeliani sono tornati a bombardare Gaza in risposta a lanci di palloni incendiari dalla Striscia verso il Sud di Israele. Da due giorni il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, è in visita pastorale presso la parrocchia latina della Sacra Famiglia, l’unica cattolica di Gaza. Una visita “fortemente voluta” dallo stesso Pizzaballa e “attesa” dalla piccola comunità cattolica locale, poco più di 100 fedeli su due milioni di abitanti musulmani. “Un segno di speranza” l’ha definita al Sir il parroco Romanelli. Il patriarca rientrerà domani mattina a Gerusalemme, come da programma.
Fonti militari israeliane hanno riferito che i jet da combattimento “hanno colpito complessi militari appartenenti all’organizzazione terroristica di Hamas”, “strutture e luoghi di incontro” delle Brigate al-Qassam, braccio armato del movimento. Non ci sarebbero vittime. Gli attacchi di stanotte sono i primi dal 21 maggio, quando è entrata in vigore una tregua “bilaterale, simultanea e incondizionata” che ha posto fine a undici giorni di guerra che ha provocato 255 morti nell’enclave e 13 in Israele. Ed è anche il primo di Israele contro Gaza dopo l’insediamento del nuovo governo di coalizione guidato da Naftali Bennet. Prima degli attacchi, militanti di Hamas avevano lanciato decine di palloni incendiari per protestare contro la Marcia delle bandiere, manifestazione che ha visto ieri 5mila ultra-nazionalisti israeliani marciare a Gerusalemme Est per commemorare la riunificazione di Gerusalemme nel 1967 sotto la sovranità israeliana. Per i palestinesi segna invece l’inizio dell’occupazione in Gerusalemme Est. Si celebra solitamente ogni 10 maggio in occasione del Jerusalem Day.